Investire con gli ETF è una delle pietre angolari che mi hanno permesso di raggiungere l’indipendenza finanziaria. Per questo èarrivato il momento di condividere le regole generali che utilizzo per acquistare gli ETF e fare i miei investimenti finanziari. Ci ho messo tanti anni di studio e ho letto tantissimi di libri per arrivare a queste conclusioni.
Nota bene: quello che va bene per me non è detto che andrà bene per te, siamo sempre nel campo della finanza personale. Il mondo degli investimenti non è un gioco a somma zero: quando una persona guadagna, un’altra perde. Tuttavia, le domande che mi sono posto e i problemi che ho dovuto risolvere durante il mio percorso d’investimento sono comuni alla maggior parte degli investitori.
Ego in the Enemy
In finanza, come nella vita, l’ego è il nostro peggiore nemico. Devi cercare di mettere da parte il tuo ego o essere almeno in grado di gestirlo, perché ti potrebbe costare veramente caro. Innanzitutto, devi chiederti che tipo di investitore vuoi essere.
Preferisci una gestione attiva o passiva dei tuoi investimenti? In altre parole, ti senti più smart degli altri e pensi di poter battere il mercato?
L’approccio che io utilizzo, sia nei mie affari che quando effettuo i miei investimenti, è quello di avere sempre le probabilità dalla mia parte, provando a mettere da parte le emozioni.
Per rispondere a questa domanda, nel campo degli investimenti, è sufficiente guardare la SPIVA Scorecard. In questo settore, Girano molti soldi e lavorano le menti più brillanti, posso garantirti che non mancano gli studi e le ricerche affidabili . La SPIVA è una ricerca pubblicata periodicamente da Standard & Poor’s che misura le performance dei gestori attivi rispetto ai benchmark di riferimento, indici passivi, come l’S&P 500.
Se per esempio, consideriamo un orizzonte temporale di dieci anni, l’87,42% dei fondi attivi hanno sottoperformato l’S&P 500. Per altre asset class, la percentuale arriva fino al 90%. Va da sé che, per un normale investitore, è molto difficile, se non quasi impossibile, selezionare il “cavallo” vincente.
Sono veramente pochi quelli che nel lungo termine sono riusciti a battere il mercato. Si contano sulle dita di una mano. Ti presento i miei GAL (The Greatest of all time):
Le loro storie vanno studiate fino in fondo perché in realtà sono molto più complesse di quanto un’analisi superficiale dei dati potrebbe far emergere. Le cose non sono mai esattamente come sembrano, forse non sai che anche se alcuni di loro hanno effettivamente battuto il mercato, molti dei loro clienti (investitori come noi) non ci sono riusciti. Preparerò degli articoli di approfondimento dedicati nei prossimi mesi perché, questo argomento. mi sembra molto affascinante e poco conosciuto.
L’efficienza dei mercati finanziari
Credo che i mercati finanziari siano estremamente efficienti e penso che la teoria economica proposta da Eugene Fama nel noto lavoro pubblicato nel 1970 Efficient Capital Markets: A Review of Theory and Empirical Work, in base alla quale i prezzi delle attività riflettono tutte le informazioni disponibili.
Non penso ci sia molto margine per ottenere extra profitti; inoltre, lo sforzo richiesto per avere qualche punto percentuale in più rispetto al benchmark non è assolutamente giustificato in base al tempo impiegato ed al capitale investito. E in ogni caso, anche se ci fossero delle opportunità, durerebbero per pochissimo tempo perché poi sarebbero sfruttate anche dagli altri operatori.
Di conseguenza, sono giunto alla conclusione di essere un investitore passivo
Pensa che persino il padre del value investing, Benjamin Graham, che purtroppo morì nel 1976, già alla fine degli anni ’60 suggeriva una sorta di gestione passiva. Graham è stato l’autore di uno dei più famosi libri in campo finanziario, The Intelligent Investor, uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita, nonché colui che ha ispirato Warren Buffett.
Graham disse che ormai Wall Street era piena di analisti che facevano un ottimo lavoro e trovare titoli sottovalutati era sempre più difficile. Per un investitore, guadagnare “il giusto” in borsa era estremamente facile: bastava comprarsi 10-15 titoli primari del Dow Jones per ottenere con pochissimo sforzo un buon rendimento, in linea con quello medio delle maggiori corporation e quindi anche medio di mercato. Per avere anche solo qualche punto in più, invece, occorreva un grande sforzo e un grande lavoro, con risultati peraltro incerti. Inoltre, il maggiore sforzo non era assolutamente remunerativo se il capitale su cui applicarlo era relativamente basso.
Investire con gli ETF oggi
Come detto, ai tempi non era possibile investire con gli ETF e quindi Graham parlava dei titoli primari del Dow Jones. Oggi, grazie agli ETF, a questi titoli primari puoi sostituire l’intero indice. E non solo il Dow Jones, composto da 30 titoli, ma anche l’S&P 500, che ne ha 500, o l’MSCI World, che ne ha anche di più e non solo americani.
Investire con gli ETF, seguendo quindi una gestione passiva, è sicuramente la via da preferire per chi ha una prospettiva di lungo termine e vuole raggiungere l’indipendenza finanziaria.
Con questo primo filtro abbiamo già fatto un grosso passo in avanti nella scelta dei nostri ETF, nel prossimo articolo inizieremo a fare la ricerca.
On avance!