Hai mai pensato cosa vuol dire espatrio? Forse sì, hai sognato di farlo, ma hai sempre esitato. Quello che leggerai in questo articolo ti potrebbe stupire.
Ti ho mostrato il mio percorso verso l’indipendenza finanziaria, adesso approfondiremo ulteriormente l’opzione dell’espatrio ma in un quadro più generale.
Espatriare può rappresentare un percorso con un elevato potenziale di successo e crescita professionale, soprattutto in un contesto meritocratico.
Lasciare il proprio paese di origine per lavorare all’estero può aprirti a una gamma più ampia di possibilità e sfide, consentendoti di sviluppare competenze uniche e di ampliare la tua prospettiva sul mondo.
Viaggiare è una brutalità.
Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici.
Ci si sente costantemente fuori equilibrioCesare Pavese
Uno dei principali vantaggi dell’espatrio è l’accesso a mercati del lavoro più dinamici e in crescita, che possono offrire opportunità di carriera e di guadagno al di là di quanto disponibile nel nostro amato bel paese. Inoltre, lavorare all’estero ci espone a nuove culture, lingue e modi di pensare, arricchendo così il nostro bagaglio di esperienze e competenze. Superati i sacrifici iniziali arriverà la ricompensa desiderata.
Tuttavia, è importante essere consapevoli che l’espatrio può essere un percorso impegnativo e pieno di sfide. Adattarsi a un nuovo ambiente lavorativo e culturale richiede flessibilità, resilienza e capacità di adattamento; purtroppo non sempre ci si riesce. Durante la mia carriera, ho visto tanti colleghi rientrare in Italia dopo qualche mese di lavoro all’estero.
Per massimizzare le probabilità di successo nell’espatrio, è essenziale pianificare attentamente e prepararsi adeguatamente. In base alla mia esperienza sono arrivato alla conclusione che esistono due modalità principali di espatrio.
Espatrio individuale
La prima opzione è molto semplice: devi trasferirti nel paese che hai individuato e da lì iniziare tutto da capo, probabilmente anche facendo un lavoro diverso rispetto a quello per cui hai studiato, perché difficilmente i titoli di studio saranno riconosciuti. Questo è lo scenario più duro, richiede molta motivazione, flessibilità, sacrificio. Lo consiglio a chi ha al massimo trent’anni e non ha ancora messo su famiglia. In questo caso, il tipo di contratto di lavoro sarà piuttosto standard in termini di benefici ed equivalente a quello di un locale.
In generale, sarebbe opportuno orientarsi verso Paesi che pagano salari elevati, per esempio la Svizzera, e con un potere d’acquisto più elevato rispetto all’Italia, in maniera che la percentuale di risparmio sullo stipendio sia pesante. Immagina di essere un impiegato. Il tuo salario in Svizzera sarà di circa 5.000 euro al mese. Sicuramente il costo della vita è molto più alto, ma se riesci a risparmiare il 30% sono 1.500 euro, che è un importo più elevato del salario che prenderesti in Italia.
Espatrio aziendale
La seconda opzione è la scelta ottimale ed è quella a cui dovresti puntare. Cerca di espatriare per conto della società per cui già lavori, come ho fatto io. In questo caso, oltre al salario, che spesso gode di agevolazioni fiscali, riceverai il classico pacchetto “expats”. L’azienda si farà carico della maggior parte dei costi, come l’alloggio, che normalmente è la voce di spesa più grande, l’istruzione per i figli, le assicurazioni e così via.
Anche un’esperienza di soli 5-7 anni può fare una grande differenza in termini di risparmio e accelerare il processo per raggiungere l’indipendenza finanziaria. Il mio percorso è durato sette anni e mezzo. Non ci sono particolari vincoli legati all’età: questa è una scelta che può essere fatta sia da un trentenne single che da un padre di famiglia. Sebbene sia più facile quando si è giovani, è comunque una questione di motivazione.
I contatti in loco
Un ulteriore elemento di carattere generale da tenere in considerazione nella scelta del paese è la presenza di parenti o amici già ben inseriti nel nuovo contesto. In un primo momento potrebbero esserti veramente d’aiuto, soprattutto se ti trovi nel primo scenario senza un’azienda alle spalle.
Non dobbiamo dimenticare che il popolo italiano è emigrato molto nel Novecento. Si stima che gli oriundi italiani nel mondo ammontino ad un numero compreso tra i 60 e gli 80 milioni. Nel 2007 è iniziata una terza ondata. Secondo l’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), nel 2017 erano circa 5 milioni gli italiani residenti all’estero e poiché, di fatto, gli iscritti AIRE sono una minoranza, il numero può essere moltiplicato almeno per due o tre volte. Naturalmente anche io sono iscritto all’AIRE.
Un aspetto importante nella selezione del paese riguarda i salari che devono avere un elevato potere d’acquisto rispetto a quello di provenienza e in aggiunta il paese selezionato deve essere meritocratico nello sviluppo della carriera professionale. A titolo puramente indicativo ma non esaustivo, il primo paese che mi viene in mente sono gli Stati Uniti, dove esiste anche la green card lottery. Personalmente, ho tanti amici che si sono trasferiti lì e nessuno ha voglia di tornare. Anzi, il commento principale che ho sempre ricevuto è: “se lo avessi fatto prima!” Se proprio non vuoi cambiare continente, la Svizzera, che è molto vicina all’Italia, rappresenta il luogo di espatrio più indicato.
L’espatrio rappresenta un’opzione attraente per coloro che cercano di massimizzare il loro reddito e le loro opportunità di carriera. Tuttavia, è importante valutare attentamente i pro e i contro e prepararsi adeguatamente prima di intraprendere questo lungo percorso.
On avance!