L’aspetto della fiscalità degli investimenti viene spesso ed erroneamente messo in secondo piano. A questo mondo nulla è certo tranne la morte e le tasse, diceva saggiamente Benjamin Franklin. Quando si parla di investimenti, considerare gli aspetti fiscali è essenziale per comprendere l’impatto complessivo sul rendimento netto dei tuoi capitali. Questa breve guida è pensata per tutti coloro che sono fiscalmente residenti in Italia e vogliono avere un quadro completo delle implicazioni fiscali sul loro patrimonio, con l’obiettivo di evitare spiacevoli sorprese.
La parte fiscale, sebbene possa sembrare noiosa e spesso venga sottovalutata, è cruciale, soprattutto se si dispone di un reddito e di un patrimonio significativo. Una corretta gestione fiscale può fare una grande differenza in termini di rendimenti nel lungo periodo. In questo articolo, analizzeremo gli aspetti più rilevanti per gli investitori con residenza fiscale in Italia.
Scelta dell’intermediario finanziario
Per effettuare i tuoi investimenti, avrai bisogno di un intermediario finanziario e di un conto titoli. Oggi abbiamo molte più possibilità rispetto al passato, mi chiedo se è meglio avere un conto titoli in Italia o all’estero? A mio parere, ci sono due opzioni principali: utilizzare un intermediario italiano come Fineco Bank o un broker estero come Interactive Brokers.
Ognuna di queste scelte ha vantaggi e svantaggi che vanno ponderati attentamente. Utilizzo entrambi gli operatori finanziari da molti anni, e in questo articolo condividerò alcune considerazioni pratiche.
Una tassa patrimoniale italiana
In Italia, paese che amo, uno degli aspetti più fastidiosi nella fiscalità degli investimenti è l’imposta di bollo, che considero una vera e propria tassa patrimoniale. L’imposta è pari allo 0,20% del valore complessivo dei tuoi investimenti. Ad esempio, con un portafoglio titoli di 500.000€, ti verranno addebitati 250€ ogni trimestre. È importante notare che questa tassa non si applica se i tuoi titoli sono depositati presso un broker estero come Interactive Brokers.
Come disposto dalla Legge la banca svolge il ruolo di sostituto d’imposta sostituendo il contribuente nell’adempimento degli obblighi fiscali, versando le imposte allo Stato. Questo può semplificare notevolmente le cose quando dovrai presentare la dichiarazione dei redditi. D’altro canto, con un broker estero avrai l’obbligo di indicare le giacenze nella dichiarazione dei redditi, e avrai bisogno dell’aiuto di un commercialista, il che comporta dei costi aggiuntivi.
Dichiarazione del conto estero
Se decidi di utilizzare un broker estero, è fondamentale dichiarare il conto nel Modello Redditi PF per essere in regola con l’Agenzia delle Entrate. Anche se il conto non è stato movimentato o se è in perdita, va comunque dichiarato come conto deposito estero.
Tassazione delle plusvalenze in caso di vendita di titoli
Nell’operatività, sicuramente acquisterai e venderai dei titoli. Quando effettui queste operazioni, tieni presente che le plusvalenze realizzate sono tassate al 26%. È fondamentale tenere traccia delle date di acquisto e vendita per calcolare correttamente le plusvalenze.
Ad esempio, se acquisti un’azione per 10.000€ e la rivendi per 12.000€, avrai una plusvalenza di 2.000€, soggetta a un’imposta del 26%, quindi pagherai 520€ di tasse.
Compensazione tra plusvalenze e minusvalenze
È importante notare che nella fiscalità degli investimenti le minusvalenze sono considerate redditi diversi, mentre le plusvalenze sono considerate redditi da capitale. Pertanto, non sono compensabili tra loro. Potrai compensare le minusvalenze nell’anno in cui si verificano e nei quattro anni successivi, ma solo con altri redditi diversi.
In finanza, sono considerati redditi diversi le plusvalenze e minusvalenze derivanti dalla compravendita di: azioni, obbligazioni, ETC, certificati e strumenti derivati. Le minusvalenze derivanti dalla compravendita di fondi ed ETF sono anch’esse redditi diversi, mentre le plusvalenze da questi strumenti sono redditi di capitale, e non possono essere compensati tra loro.
Imposta sui redditi finanziari (IVAFE)
Se hai effettuato investimenti esteri, anche in questo caso ci saranno delle tasse da pagare. L’IVAFE (Imposta patrimoniale su attività finanziarie detenute all’estero) è un’imposta pari allo 0,2% del valore degli investimenti e si applica in modo simile all’imposta di bollo sui conti italiani. Questa imposta deve essere dichiarata annualmente e ne devi tenere conto nell’ambito della tua fiscalità degli investimenti .
Tassazione dei derivati e delle criptovalute
Hai investito in criptovalute o altri prodotti speculativi? I guadagni realizzati con strumenti derivati (opzioni, futures, CFD) sono tassati come redditi diversi al 26%, ma probabilmente i Bitcoin dall’anno prossimo al 40%. Questi strumenti possono essere soggetti a complesse regole di compensazione tra plusvalenze e minusvalenze.
In Italia, le criptovalute sono considerate alla stregua di valute estere. Le plusvalenze derivanti dalla loro vendita, se il valore complessivo delle criptovalute detenute supera i 51.645,69€ per più di sette giorni lavorativi consecutivi, sono soggette a tassazione al 26%.
Doppia imposizione e convenzioni fiscali
L’Italia ha accordi fiscali con molti paesi per evitare la doppia imposizione. Questi accordi stabiliscono le regole per la tassazione di redditi e investimenti tra due paesi. È fondamentale conoscere se il paese in cui investi ha un accordo fiscale con l’Italia e come questo può influire sulla tua dichiarazione dei redditi.
Previdenza complementare e investimenti specifici
Le detrazioni fiscali sono un aspetto importante della fiscalità in Italia. Ogni anno puoi dedurre fino a 5.164,57€ di contributi versati alla previdenza complementare. Questa deduzione si applica al singolo reddito imponibile, quindi è valida per ogni persona che effettua la deduzione. Forse questo è uno dei pochi pasti gratis se sfruttato nel modo corretto.
Se investi in start-up innovative, potresti beneficiare di detrazioni fiscali fino al 30% dell’importo investito, fino a un limite massimo di 100.000€.
Ottimizzare la fiscalità degli investimenti per massimizzare il rendimento
Considerando tutti questi aspetti fiscali, sarai in grado di gestire i tuoi investimenti in modo più efficiente, ottimizzando i tuoi rendimenti netti. La fiscalità non deve essere vista come un ostacolo, ma come un elemento strategico che, se gestito con attenzione, può fare una grande differenza nei tuoi risultati finanziari a lungo termine.
Se il tuo patrimonio netto supera i 100.000€, per ridurre ulteriormente il rischio, potresti considerare di diversificare i tuoi investimenti utilizzando più broker, uno italiano e uno estero. Non mettere mai tutte le uova nello stesso paniere è una regola d’oro negli investimenti.
On avance!
Disclaimer: Questo articolo ha uno scopo puramente informativo e non costituisce consulenza fiscale o finanziaria. Le leggi sulla fiscalità degli investimenti cambiano frequentemente e variano da anno in anno. È consigliabile consultare un commercialista o un consulente finanziario qualificato per ottenere consigli personalizzati in base alla tua situazione specifica. L’autore non è un commercialista e non si assume alcuna responsabilità per l’applicazione delle informazioni contenute in questo articolo.